La fine della carta stampata?
Questa foto ha una storia che ci tengo a narrare sperando di non annoiare…
Sono andato a New York, dovevo fare diverse cose, però volevo soprattutto realizzare 2 fotografie, una con una mela nel centro di Times Square, pensando che la grande mela fosse più grande ed una davanti alla sede del New York Times, dove un giornale volava o dove un passante solo lo leggeva. il risultato è questa fotografia e devo ringraziare Fabrizio Gatta per aver avuto la pazienza di sopportarmi mentre eseguivo questo scatto con un obiettivo 50mm f1.4 di un’altra epoca e che mi ha convinto ad andare a New York.
Il titolo ” La fine della carta stampata?” è merito di Lodovico Gierut, mentre a casa sua si stavano guardando le foto da spedire per il Catalogo dell’Arte Moderna 52 Mondadori e per il quale devo ringraziare Carlo Motta – Editoriaed Isabella Rondina per avermi voluto all’interno di questo volume, come un’illuminazione è nato il titolo.
Poi l’ho fatta vedere a diverse persone, ma la prima a metterla in mostra è stata Angela Maioli Parodi , Angela Artepozzo, la presidente dell’associazione culturale internazionale Artepozzo, che l’ha tenuta in bella mostra alla Galleria Europa di Lido di Camaiore per il periodo estivo.
Cinzia Donati, che mi ha intervistato per la rivista Paspartu su ” coloro che fermano il tempo” e dalla nostra chiacchierata è scaturita una riflessione molto scherzosa, ma non banale, su come si possono costruire delle fotografie che lasciano il segno!
Ultimo, ma non ultimo nei ringraziamenti è il professor Lorenzo Bonini, un uomo di una vasta cultura in molti campi e di una schiettezza innata, il quale ha scritto la recensione che leggerete di seguito.
Vi auguro una buona lettura e una frase, che spesso sembra scontata, ma che in realtà dovrebbe farci riflettere ogni giorno, dato che ognuno di noi, a modo suo, è un cantastorie!
” Narriamo il passato, proponiamo il futuro, attuiamo il presente…”
Mozzi Giacomo (La fine della carta stampata?)
È una condizione d’immagine, quella che Mozzi cerca nei lavori più recenti, straordinaria, perché non intende rinnegare gli statuti storici del codice linguistico della fotografia, che anzi distilla, e scrutina con rigore. È cresciuto in seno a una generazione per la quale l’antica divaricazione tra linguaggi alti e fotografia aveva ben poche ragioni residue di sussistenza.
Sa che il concettualismo ha rifondato gerarchie e rapporti tra invenzione, teoria e linguaggio, esorcizzando l’apice dell’infatuazione tecnica e mediale offerta dagli strumenti nuovi e indicato anche come: “Inconscio tecnologico”.
Anche Giacomo Mozzi, superato l’inconscio tecnologico ci offre un esempio fotografico di tempismo primario nello scatto: “La fine della carta stampata?” fotografia fatta a N.Y nel 2016.
In essa si racconta la storia di uno dei più grandi giornali al mondo e di ciò che la fotografia oggi riesce a raccontare, essendo la protagonista assoluta del nuovo linguaggio visivo.
Mozzi conosce bene la storia della fotografia che hanno scritto e insegnato nell’epoca gloriosa straordinari autori italiani, come: Ugo Mulas, Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Gabriele Basilico e con professionalità ce lo ha dimostrato e documentato attraverso i suoi viaggi, dove realizza la sua ossessione che è luogo dell’anima e della sua stessa ricerca, che egli saggia scrivendo, nel corso di un viaggio ininterrotto, viaggio in cui biografia e riflessione concettuale si connaturano per farsi espressione. (L.B.)
Invito
Domenica 2 luglio ore 18.00 si terrà l’inaugurazione della mostra personale del fotografo Giacomo Mozzi presso il ristorante Kri Krok’s, via alberica, 12 – Massa ( vicino a piazza Aranci e palazzo Ducale).
La mostra verte su un progetto ancora in elaborazione dello stesso Mozzi e che porta avanti da un anno con foto raffiguranti scene quotidiane in diversi luoghi con la finalità di creare una storia, ma non solo la sua visione della storia, ma la visione che ognuno vuole dare alle fotografie.
Un modo libero di interpretare il reportage dove il protagonista non è più il “chi” o il “ dove” o il “quando” ma semplicemente ciò che evoca all’osservatore per la sua vita.
In mostra verranno esposti 16 scatti e il giorno dell’inaugurazione verrà fatta vedere una scatola con le fotografie in formato biglietto da visita con la sintesi del progetto fino a dove è arrivato; presentata in precedenza a Pietrasanta, galleria la Marina nella mostra “ Il tempo… l’arte eterno divenire” a cura dell’Associazione Artepozzo ed allo Spazio Tadini di Milano nell’ambito della manifestazione Photo Pocket Esibition nella mostra “Le due vie del reale – dall’analogico al digitale” a cura di Samantha Caligaris Klein.) .
Tutte le fotografie sono a tiratura limitata sia quelle in grande formato che quelle in piccolo formato.
Altra particolarità di questa serie è che sono state fatte con un corpo macchina digitale ed un obiettivo analogico degli anni 60, il tutto con la stessa lunghezza focale, un 50mm come nel miglior stile del reportage.
Il ristorante Kri Krok’s si distingue per invitare artisti e curatori d’arte ad esporre sulle proprie pareti ed ogni mese a proporre sempre qualcosa di nuovo mentre si possono gustare piatti espressi direttamente dalla cucina.
L’introduzione della mostra è a cura di Lodovico Gierut, critico d’arte e giornalista e di Marilena Cheli Tomei, Max Baroni reciterà il 26esimo canto dell’inferno di Dante dedicato ai consiglieri fraudolenti ( il canto di Ulisse) e nel corso della presentazione ci saranno altri interventi.
Giacomo Mozzi vuole ringraziare per i patrocini il Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut, il Museo Ugo Guidi e gli Amici del Museo Ugo Guidi Onlus, L’associazione Ponte degli Artisti, lo studio fotografico VP Photo di Valli Paolo, L’associazione Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea e l’associazione Araba Fenice Onlus di Viareggio.
La mostra rimarrà nel locale fino al 31 luglio.