CARLO CECARO
TITOLO OPERA: “DOMANDASI”
Dimensioni: 21 x 29,7 cm
Tecnica mista: stampa digitale
Sezione: arte digitale
TITOLO OPERA: “Ipotesi per una mostra al Museo Parisi Valle“
Dimensioni: 25,5 x 29 cm
Tecnica: mista
Sezione: miniature
TRUFFASI, che tradotto in italiano colloquiale significa “Attenzione ti stiamo incV/@n2o”, è merito del genio (incompreso?) di Carlo Cecaro, artista milanese a piede libero ormai da qualche tempo, che per l’occasione ha concepito un chiaro sberleffo alle televendite di quadri e forse, visto il contesto della fiera, anche a tutto il mercato dell’arte.
Il percorso creativo di Cecaro inizia ai tempi della scuola, sul finire degli anni ’70, quando giovane studente di ragioneria all’Istituto Carlo Cattaneo azzarda maldestri scarabocchi sui muri meneghini. I suoi modelli non sono i graffitari d’oltreoceano, gli omini psichedelici di Keith Haring o la subcultura dei ghetti di New York. Carlo Cecaro ama l’arte che parla italiano, e gironzolando per Milano rimane impressionato dagli inquietanti messaggi che a quell’epoca appaiono spesso vicino al Castello Sforzesco. Ti uccidono con l’onda ! : a scriverlo su muri e marciapiedi è Carlo Torrighelli, in arte C.T., un bizzarro personaggio che deambula in triciclo e carretto urlando al megafono di complotti internazionali e stermini di massa.
Al diploma non segue una scuola d’arte o di grafica, finiti gli studi superiori Cecaro comincia a lavorare come impiegato per aziende del capoluogo lombardo. Ma la sua indole anticonformista e pazzoide fatica ad accomodarsi nella vita del colletto bianco, e poco più che trentenne il placido ragioniere decide di aprirsi al mondo nuovo e sconosciuto del collezionismo vintage. Da lì al settore artistico il passo è breve. Carlo Cecaro, tuttavia, non compra tele e pennelli per mettersi a dipingere ritratti o paesaggi, a lui piace giocare con le parole : con le proprie parole, ma anche con le parole degli altri. TRUFFASI nasce infatti per appropriazione indebita.
VENDESI, AFFITTASI e CERCASI. Avete presenti questi cartelli ? Solitamente sono appesi fuori dai portoni dei condomini, o sui cancelli delle villette. Cecaro li prende e li ribalta a modo suo : li “trasmuta”, come piace dire a lui. L’intenzione non è solamente farsi beffa del peggio che il mercato immobiliare ha da proporci, ma creare una serie di opere d’arte interattive. Dei cartelli monocromi su cui campeggia un’unica parola, un verbo in forma impersonale, che il fruitore può completare secondo il proprio gusto o l’umore del momento. Arrivano allora AMASI, COCCOLASI, SOGNASI, BACIASI e i contraltari ODIASI, RUBASI, TRUFFASI… L’idea diviene un vero e proprio progetto di arte urbana che Carlo Cecaro inquadra nel 2008 con l’amico Bruno Acierno sotto il nome di CARTELLOMANIA (nella street art si scrive tutto in maiuscolo). Inizialmente Acierno disegna i caratteri sui cartelli manualmente, poi si passa all’utilizzo del computer.
Cecaro è però un artista che non riesce a stare fermo, nutre un insaziabile bisogno di comunicare con il pubblico. Non tanto il pubblico delle mostre, delle fiere, dei pretenziosi vernissage : lui vuole parlare con la gente là fuori, per strada, in giro per Milano. Memore delle imprese del leggendario Carlo Torrighelli, espone fieramente sul balcone dell’appartamento in cui vive in Zona Navigli un bel cartellone TRUFFASI (con l’inaspettato beneplacito dei vicini di casa), e di tanto in tanto si lancia in performance improvvisate per le vie della città.
Ma chi è quello svitato che si aggira in piazza del Duomo reggendo sottobraccio un cartello che recita VENDESI VOTO ELETTORALE ? I milanesi lo guardano basiti, qualcuno sorride, altri faticano a comprendere, qualcuno osa persino rivolgergli la parola. Anche quando sono i carabinieri o gli agenti della Digos ad avvicinarlo, come accaduto all’ingresso della fiera Miart 2009, Carlo Cecaro ama vedere le diverse reazioni delle persone alle sue strambe esibizioni. L’importante è non lasciare indifferenti, e soprattutto dare una bella pedata nel culo a qualsiasi moralismo. Quando poi si riesce a instaurare un dialogo collettivo, chiassoso, sguaiatamente democratico, significa che la frittata è fatta.
Carlo Cecaro l’ha battezzato Agenzia dell’Utopia, è un muro sul ponte pedonale sopra la ferrovia di Porta Genova variopinto da messaggi scherzosi, teneri, impertinenti. Un confuso vociare nella confusa Milano. La regola è una sola : sbizzarritevi. Ecco allora che dall’originario TRUFFASI nascono ILLUDESI, AMASI, SPIASI, STRISCIASI, BACIASI, VOLTASI, MAFIASI (il mio preferito), DRINKASI, COCCOLASI e chi più ne ha più ne appiccichi… Non so voi, ma io Carlo Cecaro lo trovo un tipo geniale. In un’epoca in cui tutti parlano, parlano, parlano senza poi dire niente, lui riesce a fare della poesia con poche, povere parole. Vendesi, comprasi, affittasi : e chi ci crede più ? Truffasi !