Colori contro il tremore
Lettera aperta ai giovani Parkinsoniani.
Ogni uomo, ogni donna, ha una luce sempre accesa dentro. Nessuna malattia potrà mai spegnere la luce del nostro spirito, ma la luce va tenuta alta affinché illumini tutta la casa. Infatti, a che serve nasconderla sotto il letto?
Esprimo la mia opinione circa quello che io ritengo sia il disagio di “nascondersi”, di non rivelare di avere il Parkinson: il Parkinson fa parte oggi, in questa fase di vita mia della mia nuova identità, l’ho accettato, e da lì sono ripartito.
Sono per carattere cercatore di felicità, che in effetti non esiste in quanto tale, ma esiste invece la voglia di andare per farfalle che ti mette quell’entusiasmo dentro che è poi voglia di vivere, come ora, in queste calde mattine d’autunno quando gli alberi ti parlano con il loro colori.
Faccio flessioni sulle braccia e al mattino mi tiro su su una sbarra di acciaio più volte come nel film Ufficiale e Gentiluomo, forse faccio un po’ ridere, ma cerco con i denti di mantenere la forza fisica che ho sempre avuto contro il Parkinson che vorrebbe portarmela via, combatto come meglio posso, non mi arrendo mai. Ma se un giorno nonostante tutto il mio impegno, io dovessi cadere a terra, allora quel giorno mai rifiuterei l’aiuto di chiunque volesse aiutarmi nel rialzarmi.
La compassione è una delle manifestazioni più belle dell’amore, la CON-PASSIONE non passa per il pietismo, bensì è il livello più autenticamente partecipato della comprensione dei problemi dell’altro. Se noi rifiutiamo di essere aiutati da parte di chi sinceramente vuole comprendere e starci vicino, è come se il nostro Spirito si volesse suicidare un pezzo alla volta, lasciando contro ogni ragione l’amore fuori dalla porta di casa.
Nascondere la malattia è a mio parere un primo passo verso questo percorso che difficilmente porterà buoni frutti.
C’è un sacco di brava gente là fuori, non date retta alla manipolazione della realtà di molti telegiornali, dove una coltellata di un balordo passa in testa a migliaia di buone azioni della gente che non vengono mai citate. Pensate che la gente comune voglia fucilarci come scarto della societa? Le persone sono invece molto piu’ consapevoli di quanto possiamo pensare, di quella che è la naturale fragilità umana.
Ognuno ha il suo Parkinson, per nessuno la vita va via liscia senza problemi fino alla fine, chi non ha storie di sofferenza in famiglia? Allora vi dico abbiamo noi Parkinsoniani, in questa esperienza di malattia, grandissime opportunità tutte da scoprire, i nostri nuovi limiti sono comunque uno spazio senza confini se saremo capaci di mettere in gioco l’amore; siate guerrieri, aprite la via cercando di essere il buon esempio per gli altri, trasformate la fragilità in forza coltivando i vostri talenti, usciamo da ogni forma di recinto, andiamo verso gli altri, il Mondo è là fuori e ha bisogno di noi.
Luca Guenna